Con occhi di genitore, con mani di bambino
scoprire il mondo insieme
di Elisa Negri
Quando un genitore entra per la prima volta al nido e vede tra le mani dei bambini oggetti di recupero prova stupore e a volte preoccupazione. “Ma non è pericoloso?” è una domanda che viene rivolta spesso agli educatori, da lì ha inizio un dialogo importante, fatto di ascolto, confronto e fiducia. Offrire ai bambini materiali “potenzialmente pericolosi” stimola i sensi, accende la curiosità e costruisce esperienze significative.
Come educatori di nido, ogni giorno accompagniamo non solo i bambini, ma anche le famiglie nel delicato viaggio di separazione, fiducia e scoperta. Ci mettiamo nei loro panni, nei dubbi, nelle paure, nei “ma è sicuro?” che spesso ci vengono rivolti, specialmente quando iniziamo a proporre materiali naturali o di recupero, talvolta percepiti come poco adatti o “pericolosi”.
Ricordo bene una mamma, all’inizio dell’ambientamento del suo primo figlio. Uno sguardo attento, un sorriso gentile ma teso, e una frase detta con sincerità: "Non voglio che mio figlio giochi con la sabbia perché si sporca e ho paura che la mangi...". Una paura autentica, comprensibile. Ogni genitore desidera proteggere, evitare rischi, garantire sicurezza, ma ciò che può sembrare rischioso ad un adulto, per un bambino è occasione di scoperta, di esplorazione sensoriale, di crescita ed il compito di noi educatori è accompagnarli e mostrare loro anche l’altra parte della medaglia che, soprattutto all’inizio è difficile da vedere e comprendere.
Insieme alla coppia genitore-bambino abbiamo iniziato un percorso graduale in cui ogni giorno venivano coinvolti in attività diverse volte alla condivisione di esperienze significative con materiali sporchevoli e potenzialmente rischiosi.
La mamma è stata invitata a sedersi accanto a suo figlio, in un angolo allestito con materiali naturali e oggetti di recupero: catenelle, tappi di sughero, scorze di arancia essiccate, legnetti, piccoli contenitori. All’inizio osservava in silenzio, un po’ rigida, trattenuta, poi, piano piano, ha visto le mani del figlio toccare, portare alla bocca, ascoltare. Ha visto la concentrazione, la gioia e la mamma ha sorriso dicendo: "Wow, mio figlio è felice!".
I materiali “non strutturati” o “potenzialmente pericolosi” vengono scelti con cura, pensati per stimolare i cinque sensi, per offrire occasioni autentiche di relazione individuali e di relazione. Accompagnati da adulti presenti e sereni, i bambini imparano a conoscere i propri limiti, a manipolare con attenzione, a sviluppare competenze motorie, cognitive ed emotive.
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