Cambiare per custodire identità
di Giulia Proietti
Scrivere queste righe per me significa dare voce a un passaggio importante della vita della nostra cooperativa. Come pedagogista e come referente dell’area comunicazione di Pro.Ges. Trento sento la responsabilità, ma anche la bellezza, di raccontare ciò che stiamo vivendo e di condividere non solo quello che facciamo, ma soprattutto chi siamo e cosa ci muove nel nostro lavoro quotidiano.
Ogni anno educativo lascia tracce, esperienze, nuove domande. Quello che si sta concludendo, però, ha avuto un carattere particolare: è stato un anno di trasformazioni, di scelte e di visioni nuove.
Un anno di cambiamenti importanti che ci hanno dato l’opportunità di fermarci a riflettere sul nostro modo di essere cooperativa, sulla direzione che vogliamo intraprendere e sul linguaggio con cui desideriamo raccontarci.
Comunicare, per una realtà come la nostra, non è solo dare informazioni o aggiornamenti, ma è un atto pedagogico, un modo di prendersi cura delle relazioni e di dare forma a un’identità condivisa. Proprio da questa consapevolezza è nata la decisione di intraprendere un percorso di rinnovamento della nostra immagine visiva, che ci ha condotto alla scelta di un nuovo logo. Non un semplice segno grafico, ma un simbolo che vuole restituire all’esterno i valori che ci caratterizzano da sempre. Valori che parlano di cura educativa, di comunità, di responsabilità e di innovazione, e che costituiscono il filo rosso del nostro agire quotidiano.
Il cambiamento non è mai semplice, perché implica un movimento tra memoria e futuro, tra radici e innovazione. Ma è proprio questo ritmo che tiene viva una cooperativa: la capacità di custodire ciò che ha valore e, allo stesso tempo, di aprirsi a ciò che ancora non si conosce.
In questo anno ci siamo messi in gioco su più fronti, lasciandoci guidare dalla domanda più essenziale: chi siamo oggi e chi vogliamo diventare domani? La scelta di rinnovare il logo è stata per noi la traduzione visiva di questa domanda: un modo per rendere tangibile un processo più profondo di trasformazione e per raccontarci con un linguaggio nuovo, più vicino, più autentico.
Le risposte non sono mai definitive, e forse non devono esserlo. Ma ciò che emerge con chiarezza è la volontà di continuare a essere una comunità educante, una realtà che mette al centro le persone e che non smette di interrogarsi, di rinnovarsi, di raccontarsi con sincerità.
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