SPERIMENTAZIONI CORAGGIOSE

Il coraggio di educare
ambienti di ricerca per bambini curiosi

Michela Pompermaier

di Michela Pompermaier

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Il verbo sperimentare deriva dal latino “experīrī”, che significa mettere alla prova o verificare qualcosa attraverso un’esperienza diretta. In ambito scientifico indica l’atto di condurre un esperimento per osservare e analizzare i risultati. Dallo stesso verbo latino deriva experientia, da cui nasce la parola italiana esperienza.
Questo legame etimologico ci ricorda che la conoscenza autentica richiede un coinvolgimento attivo, personale e continuo. In ambito educativo, l’esperienza non è solo un mezzo per apprendere, ma rappresenta il cuore stesso del processo formativo. Non si apprende davvero senza entrare in contatto con la realtà, senza confrontarsi con gli altri, con l’errore, la scoperta, la trasformazione. Educare, oggi, significa accogliere la complessità e costruire contesti in cui bambini e adulti possano crescere insieme attraverso una ricerca quotidiana condivisa.

Nei servizi educativi gestiti dalla cooperativa Pro.Ges. Trento, l’educazione è intesa come un atto intenzionale e coraggioso, fondato su una visione ampia e olistica del bambino. Un’idea costruita nel tempo attraverso percorsi formativi, ricerca, dialogo con il territorio e riflessione teorica. Il bambino non è considerato un soggetto passivo, ma come un essere attivo, capace di apprendere attraverso il fare, il tentativo, il gioco e portatore di cultura, emozioni, relazioni e pensiero. È una figura in continua evoluzione, immersa in una rete di connessioni significative con l’ambiente, la famiglia, i pari e gli adulti di riferimento. non solo si adatta al contesto, ma è in grado di trasformalo, attraverso l’esperienza diretta e la sperimentazione quotidiana. Un bambino competente, curioso, esploratore fin dai primi mesi di vita, dotato di mente curiosa e mani intelligenti, che costruisce significati attraverso l’osservazione, il confronto, l’errore e la riflessione.

A partire da questa visione, i servizi educativi si configurano come ambienti di ricerca, in cui ogni azione, proposta o relazione è frutto di un processo co-progettato, osservato, documentato e continuamente riletto. Il nido diventa così un luogo di sperimentazione viva e situata, capace di adattarsi ai contesti, ai tempi e ai bisogni reali di bambini e famiglie. In questi luoghi si creano contesti ricchi di possibilità esplorative, dove i bambini possono manipolare, osservare, porre domande e trovare senso attraverso il contatto diretto con il mondo. L’ambiente è pensato come spazio di ricerca condivisa, in cui si valorizza la curiosità e la capacità dei bambini di costruire significati attraverso l’esperienza.

Non si tratta di trasmettere saperi predefiniti, ma di promuovere lo sviluppo di una forma mentis aperta, che incoraggi il pensiero critico, la creatività e la connessione tra materiali, linguaggi e relazioni. Anche nei servizi per l’infanzia, questa prospettiva si ritrova risonanza in documenti, come le Linee guida STEAM (2023), che sottolineano l’importanza di un approccio educativo basato sull’esplorazione e sulla scoperta, fin dalla prima infanzia. Al nido, l’apprendimento prende forma attraverso esperienze significative, in cui i bambini osservano fenomeni, formulano ipotesi, sperimentano e rielaborano ciò che vivono. La luce, l’acqua, i materiali naturali, le texture, i suoni e gli oggetti di uso quotidiano diventano occasione di ricerca, che alimentano il desiderio di conoscere e agire sul mondo. L’educazione si configura come un processo relazionale e condiviso, fatto di domande, tentativi e scoperte, in un ambiente che accoglie la complessità del pensare e del fare, e che giorno dopo giorno alimenta una cultura dell’infanzia rispettosa, generativa e consapevole.

Attraverso le proposte di speriment-azioni, i bambini sviluppano una varietà di competenze trasversali, fondamentali per la loro crescita:

  • Cognitive e di pensiero critico, imparando a osservare, porsi domande, formulare ipotesi, analizzare e rielaborare;
  • Comunicative e linguistiche, attraverso occasioni per raccontare, descrivere, confrontare esperienze e sviluppare il linguaggio e la capacità narrativa;
  • Creative e divergenti, stimolando l’immaginazione, l’esplorazione non convenzionale dei materiali e l’uso originale dei linguaggi;
  • Motivazione intrinseca e curiosità, coltivando il desiderio di scoprire, la concentrazione e il piacere di apprendere.

A partire da queste competenze, i servizi educativi perseguono finalità che operano su più livelli: sociale, emotivo-relazionale, familiare, etico-politico e culturale. L’obiettivo è offrire un contesto inclusivo e accogliente, in cui ogni bambino possa sviluppare il proprio potenziale e diventare un ricercatore competente, consapevole e responsabile.

Parlare di speriment-azioni nei servizi per l’infanzia, significa riconoscere che ogni bambino è già, naturalmente, uno scienziato, capace di interrogare, esplorare e trasformare ciò che lo circonda. L’approccio educativo si fonda su una pluralità di prospettive che pongono il bambino al centro in un processo di co-costruzione del sapere. Speriment-azioni non è solo un gioco di parole, ma un modo di pensare, progettare e vivere l’educazione.

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