STORIA DI EMOZIONI

Emozioni al Centro ... per l'Infanzia
Una testimonianza del personale.

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"Rabbia è quando sento tante cose dentro"Giulio (nome di fantasia), 5 anni.

Nel lavoro quotidiano al Centro per l’infanzia, gli educatori cercano un po' alla volta di riordinare il mondo interiore dei bambini e dei ragazzi, che hanno alle spalle storie complesse e di cui prendersi cura. 
Giulio, il suo mondo interiore, lo ha rappresentato attraverso un meraviglioso disegno che è diventato per noi educatori un vero e proprio dono. Non sempre, infatti, per i minori accolti è facile aprirsi, spesso appaiono come bloccati nello svelare aspetti così intimi e delicati come le emozioni che provano e sentono.

Per prima cosa è necessario guadagnare la loro fiducia, che va conquistata con il tempo e passo dopo passo, con piccoli gesti quotidiani carichi di significato. L’obiettivo è dimostrare loro che le nostre non sono solo parole: “qui sei davvero al sicuro”.  L’educatore del Centro per l’Infanzia deve tenere sempre a mente che chi non ha goduto di una stabilità affettiva nei primi anni di vita ha il doppio del lavoro da fare. Prima ha bisogno di un tempo per ricostruire. In questo egli ha una grande responsabilità e deve mettere in gioco ampie competenze professionali e relazionali: esserci, saper stare accanto, comprendere supportare, offrire modelli diversi di relazione, saper aspettare. Tutto ciò passa attraverso piccoli gesti quotidiani, che con costanza e prevedibilità, permettano al bambino di sentirsi accolto nella sua individualità, nella sua fragilità e allo stesso tempo di poter crescere, nonostante le difficoltà.

Un po' alla volta tutto ciò permetterà a bambini e ragazzi di aprirsi e di esprimersi … con la consapevolezza dell’adulto che ciò che arriverà è molto prezioso, ma, allo stesso tempo, potrà essere anche davvero difficile da gestire.  Sarà quindi suo compito aiutare i bambini a dare significato alle proprie azioni ed emozioni attraverso numerose strategie tra cui il dialogo, la lettura, la scrittura, attività più strutturate, il gioco simbolico, …

Giulio si è aperto la prima volta consegnando a noi educatori un disegno carico di significati. La volta successiva ci ha detto: “oggi sono arrabbiato”, e da quel momento abbiamo potuto iniziare a ricostruire, mettendo assieme tutti i pezzi. 
Oggi Giulio ha 7 anni, un bagaglio importante sulle spalle ma anche nuovi strumenti per conoscerlo e governarlo.

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