25 novembre 2022

Abbandoni ed Accoglienze

Nomi di fantasia, storia vera. La notte segna il passaggio da un giorno che si chiude ad uno nuovo che si apre e si carica di pensieri bui quando ad attraversarla sono due fratelli lontani dalla mamma ... che non ce la fa più. Marco ci racconta come è stato accolto nella "Casa dei Bambini", l'accoglienza molto speciale che ha ricevuto da nuovi amici e da adulti che si prendono cura di lui.

Mi chiamo Marco, ho 10 anni. Ho un fratello di nome Paolo, di 8 anni.
La nostra storia non abbiamo potuto sceglierla, ma per fortuna ad un certo punto gli adulti hanno scelto per noi...
Siamo sempre stati io, Paolo e la mamma. Non sappiamo molto del nostro papà, è in carcere da tanto tempo.
Ultimamente la mamma non aveva più il sorriso. I suoi amici non ci piacciono e vorremmo tanto una casa tutta per noi dove poter stare tranquilli, invece qui i grandi litigano tanto, rimaniamo spesso da soli troppo tempo e dobbiamo rubare alcune cose da mangiare al supermercato. La mamma dice sempre che deve trovare un lavoro per sistemare le cose, lo dice da tanto tempo...
Un giorno l’assistente sociale è venuta a trovarci e ha detto a noi ed alla mamma che io e Paolo abbiamo bisogno di un posto caldo dove stare, dove poter mangiare sempre qualcosa di buono e dove poterci dedicare ai compiti, ha parlato di un posto sicuro dove poter stare assieme alla mamma, così abbiamo fatto le valige e l’assistente sociale è venuta a prenderci per accompagnare tutti e tre in una casa protetta.
Durante il tragitto però, la mamma ha chiesto di fermare la macchina, ci ha chiesto scusa e ha detto che lei non ce l’avrebbe fatta e che noi avevamo diritto ad avere una vita migliore della sua. La mamma se n’è andata e noi siamo stati portati alla “Casa dei Bambini”. E’ stato un giorno molto brutto.Ricordo che al nostro arrivo c’erano due educatrici: Sara ed Elena. Avevano un bel sorriso e avevano preparato un cartellone di benvenuto, una camera tutta per noi, alcuni vestiti puliti e la merenda, è stata preparata una torta per noi. Non abbiamo voluto lavarci, non conoscevamo nessuno ed eravamo molto tristi e agitati. Sara ed Elena ci hanno detto di non preoccuparci e che l’avremmo fatto solo quando ne avremmo avuto voglia e saremmo stati tranquilli. Abbiamo visto che c’era un grande giardino e abbiamo giocato un pò sullo scivolo e sull’altalena. Sono arrivati poi alcuni bambini della nostra età, si sono presentati e ci hanno fatto vedere i giochi più belli, Sara ed Elena sono state sempre con noi. Eravamo ancora molto tristi, ma mentre giocavamo con questi nuovi amici sembrava tutto più facile.
Alla sera tutti I bambini sono andati a fare il bagno o la doccia e così è venuta voglia di farla anche a noi, poi abbiamo cenato tutti assieme. Sembrava tutto buono, avevamo molta fame.
A cena la testa ha iniziato a fare meno rumore, gli altri bambini ci facevano ridere e raccontavano le cose che si fanno in questa casa. Gli educatori sono simpatici e I bambini gli vogliono bene. Anche se è un momento brutto e difficile qui ci sentiamo al sicuro.
Dopo cena è stato più difficile, ci siamo sentiti più tristi, Sara ed Elena sono state con noi e hanno cercato di consolarci, ci hanno detto delle parole gentili e poi ci hanno spiegato che il loro turno era finito, ci hanno fatto vedere la fotografia di Giulia, un’educatrice che avrebbe passato la notte con noi. Quando Giulia è arrivata è stata con noi tutto il tempo, abbiamo guardato un film e poi ci ha raccontato una storia. E’ stata con noi finchè non ci siamo addormentati. La notte mi sono svegliato tante volte, Giulia ogni volta passava in camera a vedere di cosa avevo bisogno, mi ha fatto una camomilla ed è stata accanto a me.
Il giorno dopo al risveglio, è stato bello rivedere Sara, Elena e tutti gli altri bambini.
Nei prossimi giorni ricominceremo a frequentare la scuola e gli educatori ci hanno raccontato tutte le attività che hanno pensato di fare con noi. L’assistente sociale nel frattempo cercherà di capire come sta la mamma, se e quando la rivedremo e quale sarà il nostro percorso. Ci è stato spiegato che c’è un giudice dei bambini che cerca di capire di cosa abbiamo bisogno per poter prendere la miglior decisione per noi. E’ tutto molto difficile, quando non comprendiamo qualcosa chiediamo aiuto agli educatori o all’assistente sociale.
Questo è stato sicuramente il momento più difficile per me e Paolo, ma essere in un posto dove qualcuno si prende cura di noi e ci tiene in mente è una cosa che non dimenticheremo mai.

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