Reti per i Bisogni educativi speciali

Incontri di rete: accogliere e costruire

Sara Stenico
di Sara Stenico

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Chi si occupa di educazione conosce bene l’importanza dei primi 1000 giorni di vita. Le esperienze vissute nella primissima infanzia sono influenzate dal contesto in cui i bambini nascono e crescono e dalle figure adulte che per prime si prendono cura di loro, in famiglia, nei servizi e nella comunità.
Per quanto riguarda il ruolo dei servizi all’infanzia, nello specifico la realtà del Nido, ha per obiettivo primario il benessere dei bambini e delle loro famiglie. A volte, durante il percorso di crescita, sia antecedente o durante la frequenza del servizio, possono emergere delle fragilità nei bambini oppure nelle famiglie, quindi vengono costruiti ad hoc dei percorsi in ottica di sostegno e di valorizzazione delle potenzialità emergenti. Questi percorsi promuovono interventi efficaci di supporto alla genitorialità, della salute fisica, dello sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo degli attori coinvolti. Questi “bisogni educativi speciali”, per essere sostenuti, hanno necessità della condivisione di molteplici visioni, che nascono e si sviluppano in una rete interdisciplinare di professionisti in più campi.
All’interno di questo gruppo interdisciplinare sono presenti la famiglia, il Nido, la realtà sanitaria, i Servizi Sociali, che a loro volta sono in stretta collaborazione con le Amministrazioni Comunali, e se necessaria la presenza della Scuola dell’Infanzia.
In questo contesto allargato si crea dunque una “comunità educante” che intesse linguaggi affettivi ed emotivi comuni e permette di realizzare nuovi progetti e nuove occasioni esperienziali volti al sostegno del bambino e della sua famiglia.
L'esperienza di un’educatrice di Pro.Ges. Trento in supporto al gruppo nel quale è presente un bambino o un bambina con bisogni educativi speciali, ci può aiutare a capire la specificità di questi inteventi.

Partecipare attivamente a questi incontri permette di arricchire il proprio sguardo per sostenere al meglio i familiari nel percorso di crescita del loro bambino. Attorno allo stesso tavolo vengono condivise diverse visioni, diverse letture e punti di vista da tutti i professionisti che si occupano di quella storia specifica, di quei progressi specifici. Si condivide lo stesso obiettivo in stretta collaborazione con i genitori.
Nella mia esperienza lavorativa ho avuto modo di partecipare, in qualità di educatrice di supporto, ai tavoli calendarizzati per il percorso di crescita della bambina di cui ero riferimento. Da questi “incontri di rete” è nata una collaborazione che è andata oltre la normale frequenza al nido. In un incontro è stata ipotizzata una condivisione di osservazioni incrociate, quindi la psicomotricista, un giorno, è venuta al nido ad osservare la bambina nel nostro contesto. In questa occasione ci ha potuto dare diversi consigli pratici, adattabili all’ambito del Nido, per sostenere la bambina in una sua particolare fragilità. Inoltre la sua lettura ha permesso di unire il nostro agire educativo con il suo sguardo più clinico per favorire al meglio lo sviluppo delle potenzialità della bambina. In un momento successivo poi io e la Coordinatrice Interna abbiamo potuto assistere ad una seduta di terapia con la psicomotricista nella sua sala, presso il centro medico di riferimento, un incontro di terapia che la bambina seguiva normalmente a cadenza quindicinale. Ovviamente la nostra azione al Nido è rimasta inerente all’ambito educativo, ma questo intreccio ha permesso di calare nella nostra quotidianità quei consigli preziosi messi a nostra disposizione da chi aveva competenze più specifiche e mirate sulla bambina e sui suoi progressi in quel particolare ambito di sviluppo.

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